Mario Conti (Zri). I DIAVOLI TRA TENEBRE E LUCE
Mario Conti (Zri) Fotografo per passione, nasce a Villafrati piccolo paese dell’entroterra Palermitano nel’66. Fotografo di scena, street e documentarista. Si occupa di eventi legati all’arte e alla fotografia. Varie le collaborazioni e le realizzazioni fotografiche per siti promozionali e Istituzionali.
I DIAVOLI TRA TENEBRE E LUCE di Daniela Cappello
Prizzi (Pa). È durante la Quaresima che si mette in scena il cosiddetto “Ballu di li Diavuli” lungo le vie del paese. Grottesche figure rivestite da pelli caprine e torve maschere, ostentano balestre, falci, catene e campanacci, coinvolgendo il pubblico in un ballo estenuante, che impedisca l’incontro tra la Madre Addolorata e il Risorto. Gli Angeli riescono a legare i Diavoli e la Morte, stanchi e trafelati, trascinandoli al cospetto di Maria. Il rito pagano che invocava fertilità, nuova vita e floridi raccolti, passa dalla espiazione ma esorcizzando paure e sensi di colpa attraverso la vera festa dei diversi: quella, innanzitutto, collettiva. L’ebbrezza dei colori cangianti di maschere e vesti della messa in scena, rosse per i Diavoli, gialla per la Morte, dei fiori svelati dal manto nero della Vergine Addolorata alla vista del Figlio, lascia il posto alla quarta dimensione, quella del tempo, come un’orma nera sul diaframma, il tempo del Ballo. Il binomio bianco/nero, caratteristica della ricerca fotografica di Zri, è forma arcaica di entità contrapposte e vibranti, danzanti in un mandala di Morte e Vita, Freddo e Caldo, passaggio decisivo tra Tenebre e Luce sacro e profano vincolo di comunità. Furio Jesi notava come le feste fossero occasione per vedere e non per essere visti. Ne “I Diavoli” di Zri, il ghigno che vivifica i volti dei guardiani-spettatori e quello infernale dei diavoli-diversi, annulla lo scarto tra lo spazio della festa e quello della vita. Eppure, in questo spazio ibrido, il fotografo alla stregua di un antropologo, sembra applicare lo studio di un rito di passaggio come regola di composizione geometrica: separazione, tra spettatori e attori; margine: delle vesti, pelli, pellicce, mani, finestre e altari; aggregazione: il ballo, l’incontro tra Bene e Male. E quando quest’ultima avviene, e avviene con una risata e alla fine della festa, sembra dimostrato che: la sola prova dell’esistenza del diavolo è il nostro desiderio di vederlo all’opera.