Grenze-Arsenali Fotografici, festival internazionale di fotografia. Un reportage. di Patrizia Varone

Verona, è conosciuta per la storia di Romeo e Giulietta scritta da William Shakespeare, per l’Arena luogo culto di musica ed eventi internazionali. A lasciar scoprire il volto nascosto di una delle città d’Italia, considerata tra le più belle, è il Grenze-Arsenali Fotografici, festival internazionale di fotografia. Sviluppato nella zona detta Veronetta, primo nucleo abitativo di Verona, il festival ospita artisti provenienti da tutto il mondo, laboratori e workshop, letture portfolio. Un’offerta ghiotta per chi vuole avvicinare fotografi noti e fare due chiacchierare in tour tra una mostra e l’altra, tra un pranzo o una cena condivisa.

Per raggiungere i luoghi del festival necessita lasciarsi alle spalle il centro, e le frotte di turisti, di Verona, attraversare l’Adige e passeggiare nella meno affollata Veronetta. Qui comincia la sorpresa. Molteplice, infatti, è la presenza di locali o bar frequentati da studenti e da stranieri residenti, l’esistenza di gallerie d’arte giovani, e architetture belle da guardare e immaginare nello splendore dell’epoca in cui sono state realizzare. A Veronetta c’è il Teatro Romano, Castel San Pietro che domina la città, la chiesa di Santo Stefano, per citarne una, e il polo didattico Santa Marta dell’Università degli Studi di Verona. Veronetta è un quartiere vivace e attivo culturalmente dove si svolgono numerose rassegne musicali ed eventi come il Grenze-Arsenali Fotografici. Inaugurato il 7 settembre, aperto fino al 30 ottobre, l’appuntamento arrivato alla sesta edizione, è diretto dalla fotografa e docente Francesca Marra e dal critico d’arte e docente universitario Simone Azzoni.

Fotografia realizzata da uno dei bambini del laboratorio con Monika Bulaj da “Il miracolo degli occhi”. Progetto didattico con i ragazzi delle enclave serbe in Kosovo e Metohija, libro e mostra a cura di Monika Bulaj

Il festival internazionale di fotografia, dunque, è un’occasione unica per scoprire luoghi che racchiudono il fascino della storia e, al contempo, ospitano le esposizioni come il Bastione delle Maddalene. Qui salta subito agli occhi “Il miracolo degli occhi”, progetto didattico che Monika Bulaj ha svolto in Kosovo e Metohija con i ragazzi delle enclave serbe, le foto in mostra sono state scattate proprio dai giovani allievi. Ci si immerge nelle sale accompagnati da “L’isola della Salvezza” di Francesco Comello, da “Deep in Their Roots, All Flower Keep the Light” di Anna Maria Antoniette D’Addario, da “Manifesto” opera nft di BLACK7EVEN, da “Ninos cubanos” di Manuel Almenares, da “Transliteralitat” di Gloria Gimenez Carrillo. E poi si incontrano “Mila” di Mitar Simikic e “Sea Bones”, di Caterina Morigi, lavori dallo stile e ricerca differenti, opposti, ma altrettanto intriganti. “Mila” racconta la vita in una famiglia di raccoglitori di scarti in Bosnia-Erzegovina e di una dei 5 figli unica a voler studiare per cambiare la propria vita. “Sea Bones” intercetta la relazione tra esseri umani e natura attraverso le ricerche biomediche su conchiglie o ossi di seppia, finalizzate a ricavarne materiale per riprodurre parti di ossa umane mancanti.

Grenze/Galleria d’Arte Contemporanea è invece il luogo espositivo dove guardare “Chocolate & Dirty Clothes” di Benedetta Sanrocco e “Dolce Via Nova” dell’americano Charles H. Traub. Un lavoro, questo di Traub, dedicato al viaggio attraverso l’Italia svolto negli anni ’80 in compagnia di Luigi Ghirri. Il fotografo racconta il Belpaese con colori vividi, ironia e spontaneità ispirato dalle realizzazioni cinematografiche di Federico Fellini. “Dolce Via Nova” è la riedizione ampliata e aggiornata della sequenza che l’autore aveva scelto nel 2013 pubblicandola per la prima volta con il nome di “Dolce Via”.

© Charles H. Traub da Dolce Via Nova, per gentile concessione dell’autore

Il Meccanico è il nuovo spazio espositivo del Grenze. Ospita una selezione dalla collezione del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona e in ottobre esporrà i fotografi Laure Winants con “Albedo”, Isacco Emiliani con “Climate Change” e “Mère” di Elodie Cavallaro. Le altre sedi, sempre alla Veronetta, sempre da scoprire in compagnia delle immagini in mostra, sono le Serre Comunali, il Teatro Nuovo, Porta Vescovo, il Lazzaretto di Verona con l’Off, lo Spazio Veronetta, la Fonderia 20.9.

Immagini dall’archivio del Centro internazionale di fotografia – Scavi Scaligeri. Per gentile concessione del Centro

C’è da divertirsi al Grenze-Arsenali Fotografici attraverso il turbinio di esposizioni, conversazioni (da non dimenticare quella con Erik Kessels, artista, designer e curatore d’arte olandese), incontri. Un appuntamento imperdibile con la fotografia, animato dalla passione, dall’amore e dalla cura con cui i direttori del festival, e il loro team giovane, vivace, interessato, l’organizzano.